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Vino e architettura: il concorso internazionale per i giovani

Vino e architettura: il concorso internazionale per i giovani

La Cantina Valpolicella Negrar ha indetto un bando di concorso per far rivisitare l'attuale sede della società. I giovani studenti di architettura per sono inviati a ripensare alla cantina per la creazione di un Wine Culture Center. Valpolicella Negrar ha lanciato un bando di concorso internazionale rivolto ai giovani. Lo scopo è ristrutturare la Cantina storica e trasformarla in un centro culturale dedicato al vino. Chi è La Cantina Valpolicella Negrar? La cantina da oltre ottant’anni offre vini frutto di antichi saperi, abilità enologica e innovazione. Ottimi i risulatati aziendali: ben +23% di fatturato nel 2013. Perch'è il concorso? Cantina Valpolicella Negrar ha deciso di metter mano agli attuali luoghi di vinificazione e d'investire in un ambizioso progetto architettonico di immediata fattibilità che intende rispondere a nuove esigenze funzionali e rispecchiare la qualità dei propri vini. Valorizzare l’inventiva e il talento dei giovani. «Per farlo, Cantina Valpolicella Negrar ha deciso di puntare sui giovani e di sostenere YAC (Young Architects Competition), rete mondiale promotrice di concorsi di progettazione ed architettura rivolti a giovani progettisti, neolaureati e studenti», spiega Carlo Alberto Recchia, presidente della Cooperativa. «Perciò - continua Recchia - la Cantina ha affidato a YAC l’organizzazione di un bando di concorso internazionale denominato Wine Culture Centre per trasformare la sede attuale di Negrar, risalente al 1957, in un luogo che aspira a riformulare, in chiave contemporanea, il concetto stesso di cantina: da semplice opificio a centro di produzione all’avanguardia e di ricerca, a luogo di incontro e di relazione con il suo ambiente-territorio, catalizzatore di cultura e turismo». Il progetto Un edificio-manifesto della cultura del vino. Nel rispetto dei vincoli normativi che tutelano la preziosità del territorio e di una politica di sostenibilità energetica, YAC è stata chiamata a progettare tetto, magazzino e fruttaio nonché a ristrutturare l’attuale percorso di visita, immaginando gli spazi inutilizzati in un certo periodo dell’anno, come i fruttai, per l’organizzazione di momenti associativi ed eventi culturali. Tempistica Le iscrizioni sono aperte sul sito www.youngarchitectscompetitions.com/it/registration.html e chiudono il 30 giugno 2014. Il 4 agosto è prevista la pubblicazione dei risultati e il 20 settembre si svolgerà la cerimonia di premiazione con l’ inaugurazione dell’esposizione dei progetti. La Giuria  Nicola Scaranaro (Foster&Partners, Londra), Fiorenzo Valbonesi (ASV3, Cesena), Antonio Ravalli (Ferrara), Markus Scherer (Merano), Alfonso Femia (5+1AA, Genova) Premi La somma totale prevista è di 15 mila euro (primo premio 8.000 euro, secondo 4.000 euro e terzo 2.000 euro). Sono inoltre previste due Menzioni d’Onore «Gold» di 500 euro ciascuna e ulteriori dieci Menzioni d’Onore. Tutti i progetti premiati verranno pubblicati sul sito YAC e altri siti web e format di architettura, oltre ad essere esposti in eventi di architettura nazionali ed internazionali.

Amarone ed Arena di Verona alleati per esperienze di viaggio indimenticabili

Amarone ed Arena di Verona alleati per esperienze di viaggio indimenticabili

Nabucco, Aida, Tosca, Traviata ...le meravigliose opere dell'Arena di Verona sono alleate al vino Amarone. Il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella e la Fondazione Arena brindano insiere per celebrare il loro sodalizio già dall’Anteprima Amarone 2011 (Verona, Palazzo della Gran Guardia 31 gennaio e 1 febbraio 2015). Amarone e lirica: per viaggiare tra le ricchezze Le due organizzazioni integrano l’offerta enoturistica della Valpolicella con il calendario operistico della Fondazione Arena e con il Museo della lirica (AMO). Questo sodalizio porterà ad interessanti pacchetti turistici ed educational per i giornalisti, i blogger e gli operatori nazionali ed internazionali. L'app che racconta il territoro della Valpolicella A raccontare le meraviglie di questi territorio sarà l’applicazione mobile Valpolicella Wines (operativa su sistemi iOS e Android), la app del Consorzio che digitalizza tutta l’offerta del territorio: informazioni, news ed eventi, percorsi enogastronomici, punti d’interesse storico-culturale e itinerari naturalistici. Amarone e lirica per portare valore aggiunto Per Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella: “La Valpolicella sconta ancora un gap dal punto di vista turistico, pur non avendo nulla da invidiare alle best wine travel destination recensite a livello internazionale. In questo l’Amarone può e deve diventare una leva integrata e a supporto dell’intero sistema, in sinergia con gli altri attori di filiere collegate. L’accordo con la Fondazione Arena dimostra che è possibile lavorare congiuntamente per portare valore aggiunto a tutto il territorio”. Vino e lirica un sodalizio all'opera La collaborazione tra il Consorzio Tutela Vini Valpolicella e la Fondazione Arena non è casuale. Il vino in moltissime opere liriche è complice di amori, vittorie, duelli, tradimenti Ecco alcuni versi In Macbeth: “Si colmi il calice del vino eletto; nasca il diletto, muoia il dolor”, cui tutti i convitati rispondono “cacciam le torbide cure dal petto, nasca il diletto, muoia il dolor” Tutt'altra ambientazione per “Libiamo, libiamo ne’ lieti calici” de La Traviata verdiana e Al vino Verdi ha dedicato anche un’aria da camera, “Brindisi”, che evidenzia come il vino riesca a rendere tutto più bello e più sereno: “Mescetemi il vino! Tu solo bicchiere/ tra grandi terreni non sei menzognero/ tu vita dei sensi, letizia del cor” Fonte: Ufficio Stampa Consorzio Valpolicella

Snodar: investiti i nuovi cavalieri dell'Amarone e del Recioto

Snodar: investiti i nuovi cavalieri dell'Amarone e del Recioto

Riccardo Cotarella, Heinz-Joachin Fischer, Guido Francesconi, Ettore Prandini e Guido Ruffini: questi 5 neo investiti cavalieri dello Snodar, il Sovrano e Nobilissimo Ordine dell’Amarone e del Recioto. Il Gran Maestro Arnaldo Sempreboni ha investito Il primo aprile ha 5 cavalieri dello Snodar presso la Cantina Valpollicella Negrar. I nuovi Cavalieri entrati nell’Ordine si rendono ambasciatori del vino valpolicellese a livello nazionale e internazionale. Sono 5 nomi illustri legati al vino, alla terra, al made in Italy. Chi sono i 5 nuovi cavalieri dell'Amarone e del Recioto? Cotarella: enologo e presidente dell’associazione Enologi ed Enotecnici Italiani. È inoltre presidente del Comitato Scientifico del Padiglione Vino all’Expo 2015 di Milano. Fischer: un giornalista e scrittore tedesco che ha scritto sei libri sull’Italia e su alcune regioni in particolare. È stato insignito di numerosi e prestigiosi riconoscimenti giornalistici. Francesconi: è responsabile degli Affari Generali e Risk Management dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. È Commendatore dal 1994 e Maestro del Lavoro dal 2000. Ettore Prandini: è imprenditore agricolo nell’azienda zootecnica di bovini da latte di famiglia a Lonato del Garda e han avviato con la sorella una cantina vitivinicola. Vice presidente nazionale Coldiretti e presidente Coldiretti Lombardia, è impegnato nella difesa di un’agricoltura di qualità e per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari. Guido Ruffini, agronomo, di Terni, è il direttore di Coldiretti Verona dal febbraio dell’anno scorso. La leggendaria storia dello Snodar Si narra che, in un tardo meriggio dell'aprile 1320, nel fastoso castello di Marano, Federico della Scala, Conte di Valpolicella procedette alla investitura dei primi Cavalieri del Recioto. Il 7 aprile 1969, riprendendo la tradizione stati investiti i Maestri Equestri del Sovrano e Nobilissimo Ordine dello Antico Recioto mentre il I° Maggio 1969, a Pedemonte, è stata costituita ufficialmente la Contea del Vino della Valpolicella che raccoglie i Comuni di Negrar, Marano, Fumane, S.Pietro Incariano e S.Ambrogio. La Valpolicella ha una antica dignità di Contea, unica e indivisibile con il Sovrano e Nobilissimo Ordine dello Antico Recioto in rappresentanza delle tradizioni e ambasciatore del vino nel mondo.

Consorzio Valpolicella ospita la stampa americana

Consorzio Valpolicella ospita la stampa americana

Amarone e Valpolicella sempre più amati negli Usa

Press tour in Valpolicella per 5 giornaliste americane grazie al Consorzio Tutela Vini Valpolicella Obiettivo: conoscere i vini della Valpolicella e il re dei Rossi, l’Amarone, attraverso l’incontro diretto con i produttori in una due giorni di approfondimento e visite in cantina. Alexis Korman, Lauren Mowery, Alyssa Vitrano, Susan H. Gordon e Alia Akkam: le 5 illustri firme americane che hanno partecipato all'iniziativa. Sono 5 giornaliste molto seguite, i loro blog e rubriche appassionano sia un pubblico esperto che i lettori più giovani del web. Le aziende che ospitano il tour sono: Fasoli Gino, Marion, Giovanni Ederle, Tenute Salvaterra, Cantina Valpolicella Negrar, Aldegheri, Le Bignele, Santa Sofia, Valentina Cubi e Scriani.  

Expo 2015 vetrina per i grandi vini rossi del Veneto

Expo 2015 vetrina per i grandi vini rossi del Veneto

Colli Berici e Vini Valpolicella in Degustazione

 I visitatori di Expo avranno l'opportunità di conoscere i migliori vini rossi dei consorzi che rappresentano due aree produttive del Veneto vocate alla produzione di vini rossi. A condurre la degustazione Enrico Fiorini, miglior sommelier professionista Veneto AIS 2014, e Gianluca Boninsegna, miglior sommelier professionista Veneto AIS 2015. L’appuntamento è al Padiglione Vino nella Sala Symposium dalle 12.30 alle 14. Vini Rossi del Consorzio Valpolicella ad Expo 2015 “Il nostro programma a Expo si conclude con questa degustazione – ha detto Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella –. Sono stati mesi importanti per la nostra denominazione che anche in questa occasione ha saputo farsi apprezzare dal pubblico internazionale di Expo per l’alta qualità della sua proposta enologica. Un ringraziamento particolare va alle aziende del Consorzio che durante l’Esposizione Universale hanno rappresentato la Valpolicella, i suoi vini e la sua tradizione”. Le aziende che hanno composto la delegazione del Consorzio Tutela Vini Valpolicella sono: Aldegheri, Benedetti Corte Antica, Boscaini Carlo, Bottega, Giuseppe Campagnola, Cantina Valpantena Verona, Cantina Valpolicella Negrar, Castellani Michele, Cesari, Coali Tenuta Savoia, Contrà Malini, Dal Bosco Giulietta, Domenico Fraccaroli, La Collina dei Ciliegi, Latium, Mabis, Meroni, Monteci, Monte Cillario, Novaia, Flavio Prà, San Rustico, Sartori, Sartori Rino, Secondo Marco, Tinazzi, Villabella, Zonin, Zyme   Vini Rossi dei Colli Berici a Expo 2015 I vini rossi dei Colli Berici sono maggiormente rappresentati dalle varietà Merlot, Cabernet, Carmenere e Tai Rosso, vitigno autoctono che ha una famigliarità dimostrata col Cannonau sardo, il Grenache francese e la Garnaccia spagnola, ma che nel Vicentino ha trovato una propria identità. Questi vini ad Expo sono rappresentati dalle aziende: Cavazza, Cielo e Terra, Dal Maso, Marcato, Pegoraro, Piovene Porto Godi, Villa degli Olmi, Vitevis – Colli Vicentini.     La degustazione è stata organizzata dalla Regione Veneto e da Uvive (Unione Consorzi Vini Veneti)

Expo 2015 vetrina per i grandi vini rossi del Veneto

Expo 2015 vetrina per i grandi vini rossi del Veneto

Colli Berici e Vini Valpolicella in Degustazione

 I visitatori di Expo avranno l'opportunità di conoscere i migliori vini rossi dei consorzi che rappresentano due aree produttive del Veneto vocate alla produzione di vini rossi. A condurre la degustazione Enrico Fiorini, miglior sommelier professionista Veneto AIS 2014, e Gianluca Boninsegna, miglior sommelier professionista Veneto AIS 2015. L’appuntamento è al Padiglione Vino nella Sala Symposium dalle 12.30 alle 14. Vini Rossi del Consorzio Valpolicella ad Expo 2015 “Il nostro programma a Expo si conclude con questa degustazione – ha detto Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella –. Sono stati mesi importanti per la nostra denominazione che anche in questa occasione ha saputo farsi apprezzare dal pubblico internazionale di Expo per l’alta qualità della sua proposta enologica. Un ringraziamento particolare va alle aziende del Consorzio che durante l’Esposizione Universale hanno rappresentato la Valpolicella, i suoi vini e la sua tradizione”. Le aziende che hanno composto la delegazione del Consorzio Tutela Vini Valpolicella sono: Aldegheri, Benedetti Corte Antica, Boscaini Carlo, Bottega, Giuseppe Campagnola, Cantina Valpantena Verona, Cantina Valpolicella Negrar, Castellani Michele, Cesari, Coali Tenuta Savoia, Contrà Malini, Dal Bosco Giulietta, Domenico Fraccaroli, La Collina dei Ciliegi, Latium, Mabis, Meroni, Monteci, Monte Cillario, Novaia, Flavio Prà, San Rustico, Sartori, Sartori Rino, Secondo Marco, Tinazzi, Villabella, Zonin, Zyme   Vini Rossi dei Colli Berici a Expo 2015 I vini rossi dei Colli Berici sono maggiormente rappresentati dalle varietà Merlot, Cabernet, Carmenere e Tai Rosso, vitigno autoctono che ha una famigliarità dimostrata col Cannonau sardo, il Grenache francese e la Garnaccia spagnola, ma che nel Vicentino ha trovato una propria identità. Questi vini ad Expo sono rappresentati dalle aziende: Cavazza, Cielo e Terra, Dal Maso, Marcato, Pegoraro, Piovene Porto Godi, Villa degli Olmi, Vitevis – Colli Vicentini.     La degustazione è stata organizzata dalla Regione Veneto e da Uvive (Unione Consorzi Vini Veneti)

Valpolicella Docg: per rafforzare la crescita serve gestione unica del territorio.

Valpolicella Docg: per rafforzare la crescita serve gestione unica del territorio.

A parlare è Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar (230 soci, oltre 700 ettari di vigneto) e si rivolge ai sindaci di Negrar, San Pietro in Cariano, Marano, Fumane e Sant’Ambrogio, i 5 comuni della Valpolicella Classica.  "Una grande denominazione come la Valpolicella, che ha nell'Amarone il vino simbolo a livello mondiale, avrebbe bisogno di una gestione del territorio e del paesaggio più coordinata, con regole condivise da tutte le amministrazioni comunali che la governano", afferma Bighignoli. 5 Comuni, ma per i produttori, un unico territorio. "Quando vendiamo all'estero i nostri vini, noi produttori vendiamo il "brand Valpolicella", non certo l'appartenenza a una singola vallata, che rimane un'importante peculiarità da raccontare ai consumatori per far apprezzare ancor più i nostri vini", aggiunge Daniele Accordini, direttore della Cantina. "A nostro avviso, anche le 5 amministrazioni della Valpolicella Classica dovrebbero riuscire a pensare come fossero un unico ente territoriale in grado di mediare tra i vari portatori d'interesse: i viticoltori, gli ambientalisti, e gli enti istituzionali extraterritoriali che vengono di volta in volta coinvolti nella progettualità di un'area vitivinicola. Per continuare a competere nello scenario mondiale, sarebbe importante per i produttori poter contare su una politica unica di gestione che abbia a cuore l'interesse del territorio nella sua interezza. Comprendiamo la difficoltà, ma è uno sforzo che una grande denominazione come la Valpolicella dovrebbe saper fare", conclude Bighignoli.  

I Télos, senza solfiti e naturali

I Télos, senza solfiti e naturali

Al prowein per confermare una filosofia vincente

“Quando abbiamo iniziato a progettare questa nuova linea - spiega Armando Castagnedi, titolare della Tenuta S.Antonio  in quel di Colognola ai Colli , assieme ai fratelli Tiziano, Paolo e Massimo - non immaginavamo che ci avrebbe portato a rivoluzionare gran parte del nostro modello produttivo verso quella che oggi noi definiamo una vitienologia con il più basso livello di impatto sia sul prodotto che sull’ambiente”. “Noi pensiamo – conclude Tiziano – che la linea dei vini Telos che produciamo da sei anni, apra la strada ad una innovativa e concreta alternativa alla produzione di vini realmente “naturali”, dove la “naturalità” viene garantita fin dalla genesi dei prodotti e può essere dimostrata e certificata in ogni fase del processo produttivo”. Il livello qualitativo dei vini e la longevità dei prodotti è quello che l’azienda vuole dimostrare durante le degustazioni “verticali” che realizzerà per media e opinion leader a Prowein di Dusseldorf. Va detto che la Tenuta Sant’Antonio – una delle aziende più autorevoli nel panorama delle produzioni in Valpolicella e nella zona del Soave -  è ormai nota e apprezzata per i suoi Telos prodotti con metodiche sostenibili e senza l'uso di solfiti. Proprio durante Prowein (Pad. 16, Stand H12), l’azienda veronese propone l’opportunità esclusiva di far degustare le diverse annate di questa linea al fine non solo di far percepire le evoluzioni qualitative dei vini che non contengono solfiti (che come è noto spesso nel tempo evidenziano problematiche in termini di stabilità qualitativa), ma anche e soprattutto per testimoniare come questa scelta di Tenuta Sant’Antonio ha rappresentato anche una straordinaria rivoluzione sia in vigna che in cantina, all’insegna della ricerca continua e dell’utilizzo di alternative naturali ai presidi chimici. Il risultato di questo progetto sono tre vini: Télos Il Bianco (white wine), Télos Il Rosso (red wine) and Télos Amarone. Pagina Facebook

L'Amarone in vetrina

L'Amarone in vetrina

Apre le porte questo week-end la Vetrina dell’Amarone. Dal 18 al 20 marzo 2016 alla Villa Mosconi-Bertani della Tenuta Santa Maria di Novare di Negrar si svolgerà infatti la prima edizione di Vetrina dell’Amarone, aperta a pubblico e stampa, con i banchi d’assaggio di 35 aziende vinicole della Valpolicella classica. L’evento si inserisce nel programma della 64esima edizione dello storico Palio del Recioto, organizzato da Comune di Negrar in collaborazione con la Pro Loco di Negrar, che si terrà invece il week end successivo, dal 26 al 29 marzo, in cui saranno presenti i migliori Recioti di 16 aziende vinicole e i prodotti gastronomici del territorio. “Il Comune di Negrar intende contribuire al consolidato apprezzamento internazionale per la più pregiata eccellenza veronese, prodotto con la medesima tecnica dell’appassimento dalla quale nasce il Recioto: l’Amarone. Il Consiglio comunale ha introdotto per la prima volta l’Amarone nella principale manifestazione che connota il cuore della Valpolicella classica” dice Camilla Coeli, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Negrar. Amarone protagonista, dunque, della due giorni di assaggi (19 e 20 marzo) che verrà inaugurata dal Concerto della Dame, ensemble di soprano, mandolini, mandole, chitarra e violoncello, venerdì 18 marzo alle 20.45 presso la Sala Conferenze di Villa Mosconi-Bertani. I banchi di assaggio degli Amaroni delle 35 aziende del territorio verranno aperti sabato 19 marzo dalle 16 alle 20 e domenica 20 marzo dalle 11 alle 17. La chiusura della manifestazione è affidata al concerto Ode al Vino eseguito dal coro Appunti Corali. Durante la Vetrina dell’Amarone verrà dato spazio anche ad un momento di riflessione sul ruolo dei vini della Valpolicella nel mondo. Sabato 19 marzo alle ore 15 alla Villa Mosconi-Bertani si svolgerà infatti il convegno “Profili e aspettative dei nuovi consumatori di vino nel mondo, il ruolo dei social media”, a cui parteciperanno oltre all’onorevole Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, e a Daniele Accordini, vicepresidente del Consorzio di Tutela della Valpolicella, gli esperti di Wine Meridian, forniti di ultimissimi dati da Wine Intelligence, e quelli di SocialMeter Analysis, esperti di social media, coordinati dal giornalista Fabio Piccoli. Per il programma completo dei due appuntamenti e l’elenco completo delle aziende partecipanti: www.paliodelreciotoedellamarone.it   Cs: ABSIT DAILY

L'Etichetta dell'anno 2016 -17

L'Etichetta dell'anno 2016 -17

Da e per le eccellenze della Valpolicella

Dalle foto di un vigneto e un campo di fiori di ciliegio, due produzioni di eccellenza della Valpolicella, è nata l'etichetta vincitrice della quinta edizione de "L'Etichetta dell'anno 2016/17 - il paesaggio della Valpolicella: particolarità e particolari", concorso artistico in seno a "La Scuola nel Vigneto", progetto didattico-sociale ideato da Cantina Valpolicella Negrar in collaborazione con l'Istituto Comprensivo E. Salgari di Negrar. A realizzare l'etichetta vincitrice è stato Mattia Nicolis, studente di seconda media (classe E), che ha elaborato graficamente le due immagini fino a realizzare un'opera astratta che evoca un campo di fiori in un cielo notturno.

 CONSORZIO VALPOLICELLA PUNTA SU RISTORAZIONE E APPRODA A CORTINA.

CONSORZIO VALPOLICELLA PUNTA SU RISTORAZIONE E APPRODA A CORTINA.

OBIETTIVO OLIMPIADI INVERNALI 2026.

Punta sulla ristorazione il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella che i prossimi 11 e 12 settembre sarà il partner 'in rosso' di The Queen of Taste, la manifestazione gourmet dell'estate ampezzana organizzata dall'associazione Cortina for Us e Chef Team Cortina. Nelle due giornate di "Valpolicella-Cortina andata e ritorno", il progetto del Consorzio per la quinta edizione del festival, Amarone, Valpolicella Superiore, Ripasso e Recioto saranno abbinati ai menù proposti dai maestri del gusto di alcuni locali selezionati in rappresentanza della Dolce Vita gastronomica della perla delle Dolomiti e non solo, con piatti contemporanei, sapientemente interpretati da una squadra di chef veneti, anche stellati, oltre che dai rispettivi titolari delle cucine. "Il posizionamento dei nostri vini nella ristorazione di fascia alta, a partire da quella veneta, è tra gli obiettivi prioritari della nuova politica di promozione del Consorzio Vini Valpolicella – spiega il presidente, Christian Marchesini -. In questo contesto, l'inserimento del nostro evento nel palinsesto del festival gastronomico di Cortina rientra in un percorso propedeutico che ci proietta anche verso le Olimpiadi invernali del 2026". Dopo questa prima tappa di andata, in autunno "Valpolicella-Cortina" farà ritorno in Valpolicella, con un programma di incoming che coinvolgerà il team di chef protagonisti di The Queen of Taste. Aziende della Valpolicella partecipanti all'evento: Cantina Valpolicella Negrar, Corte Canella, Costa Arente, Le Guaite di Noemi, Mezzo Ettaro, Piccoli, Rubinelli Vajol, Sartori di Verona, Secondo Marco, Tenuta Chiccheri, Torre di Terzolan, Vigneti Villabella. Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella Nato nel 1924 è una realtà associativa che comprende viticoltori, vinificatori e imbottigliatori della zona di produzione dei vini della Valpolicella, un territorio che include 19 comuni della provincia di Verona. La rappresentatività molto elevata (80% dei produttori che utilizzano la denominazione) consente al Consorzio di realizzare iniziative che valorizzano l'intero territorio: il vino e la sua terra d'origine, la sua storia, le tradizioni e le peculiarità che la rendono unica al mondo. Il Consorzio annovera importanti ruoli istituzionali: si occupa della promozione, valorizzazione, informazione dei vini e del territorio della Valpolicella, della tutela del marchio e della viticoltura nella zona di produzione dei vini Valpolicella, della vigilanza, salvaguardia e difesa della denominazione. L'area di produzione è molto ampia ed è riconducibile a tre zone distinte: la zona Classica, (Sant'Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Fumane, Marano e Negrar); la zona Valpantena, comprendente l'omonima valle; la zona DOC Valpolicella, con Verona, Illasi, Tramigna e Mezzane. Le varietà autoctone che danno vita ai vini delle denominazioni vini Valpolicella sono: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. I vini della denominazione sono il Valpolicella doc, il Valpolicella Ripasso doc, l'Amarone della Valpolicella e il Recioto della Valpolicella entrambi docg.

 CONSORZIO VALPOLICELLA PUNTA SU RISTORAZIONE E APPRODA A CORTINA.

CONSORZIO VALPOLICELLA PUNTA SU RISTORAZIONE E APPRODA A CORTINA.

OBIETTIVO OLIMPIADI INVERNALI 2026.

Punta sulla ristorazione il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella che i prossimi 11 e 12 settembre sarà il partner 'in rosso' di The Queen of Taste, la manifestazione gourmet dell'estate ampezzana organizzata dall'associazione Cortina for Us e Chef Team Cortina. Nelle due giornate di "Valpolicella-Cortina andata e ritorno", il progetto del Consorzio per la quinta edizione del festival, Amarone, Valpolicella Superiore, Ripasso e Recioto saranno abbinati ai menù proposti dai maestri del gusto di alcuni locali selezionati in rappresentanza della Dolce Vita gastronomica della perla delle Dolomiti e non solo, con piatti contemporanei, sapientemente interpretati da una squadra di chef veneti, anche stellati, oltre che dai rispettivi titolari delle cucine. "Il posizionamento dei nostri vini nella ristorazione di fascia alta, a partire da quella veneta, è tra gli obiettivi prioritari della nuova politica di promozione del Consorzio Vini Valpolicella – spiega il presidente, Christian Marchesini -. In questo contesto, l'inserimento del nostro evento nel palinsesto del festival gastronomico di Cortina rientra in un percorso propedeutico che ci proietta anche verso le Olimpiadi invernali del 2026". Dopo questa prima tappa di andata, in autunno "Valpolicella-Cortina" farà ritorno in Valpolicella, con un programma di incoming che coinvolgerà il team di chef protagonisti di The Queen of Taste. Aziende della Valpolicella partecipanti all'evento: Cantina Valpolicella Negrar, Corte Canella, Costa Arente, Le Guaite di Noemi, Mezzo Ettaro, Piccoli, Rubinelli Vajol, Sartori di Verona, Secondo Marco, Tenuta Chiccheri, Torre di Terzolan, Vigneti Villabella. Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella Nato nel 1924 è una realtà associativa che comprende viticoltori, vinificatori e imbottigliatori della zona di produzione dei vini della Valpolicella, un territorio che include 19 comuni della provincia di Verona. La rappresentatività molto elevata (80% dei produttori che utilizzano la denominazione) consente al Consorzio di realizzare iniziative che valorizzano l'intero territorio: il vino e la sua terra d'origine, la sua storia, le tradizioni e le peculiarità che la rendono unica al mondo. Il Consorzio annovera importanti ruoli istituzionali: si occupa della promozione, valorizzazione, informazione dei vini e del territorio della Valpolicella, della tutela del marchio e della viticoltura nella zona di produzione dei vini Valpolicella, della vigilanza, salvaguardia e difesa della denominazione. L'area di produzione è molto ampia ed è riconducibile a tre zone distinte: la zona Classica, (Sant'Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Fumane, Marano e Negrar); la zona Valpantena, comprendente l'omonima valle; la zona DOC Valpolicella, con Verona, Illasi, Tramigna e Mezzane. Le varietà autoctone che danno vita ai vini delle denominazioni vini Valpolicella sono: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. I vini della denominazione sono il Valpolicella doc, il Valpolicella Ripasso doc, l'Amarone della Valpolicella e il Recioto della Valpolicella entrambi docg.

METODO TRADIZIONALE DELLA MESSA A RISPOSO DELLE UVE IN VALPOLICELLA CANDITATO A PATRIMONIO IMMATERIALE DELL'UNESCO

METODO TRADIZIONALE DELLA MESSA A RISPOSO DELLE UVE IN VALPOLICELLA CANDITATO A PATRIMONIO IMMATERIALE DELL'UNESCO

Avviato il percorso di candidatura a patrimonio culturale immateriale dell'Unesco della "Messa a riposo delle uve": tecnica virtuosa, tramandata di generazione in generazione da oltre 1500 anni nella Valpolicella.

Questa antica tecnica consiste in un "lento appassimento delle uve che, appena raccolte, sono poste sulle arele ovvero su dei graticci di canna di palude" spiega Christian Marchesini, Presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella e del Comitato Promotore. Continua poi Matteo Tedeschi segretario del Comitato Promotore "Questa metodologia rispecchia pienamente l'evoluzione culturale di questo territorio e delle sue genti e le sue vocazioni storiche. Le realtà locali, al fine di salvaguardare questa preziosa tradizione e di assicurare la trasmissione delle relative conoscenze alle nuove generazioni, hanno costituito un Comitato Promotore e hanno avviato il percorso di candidatura dell'elemento nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale della Convenzione UNESCO del 2003". Nell'aprile 2022 viene a tale scopo costituito il Comitato Promotore della candidatura a patrimonio culturale immateriale, portavoce del Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella, oltre che della comunità della Confraternita Snodar, del Palio del Recioto, dell'Università degli Studi di Verona, della Fondazione Valpolicella, della Strada del Vino Valpolicella e dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona. Il Comitato è un'organizzazione deputata ad animare il territorio e sensibilizzare i cittadini sul tema dell'appassimento, raccogliendo testimonianze e documentazione storica a comprova delle antiche radici su cui si basa tale tecnica. Tale tecnica di lavorazione dell'uva, qualifica in modo univoco il vino prodotto nel territorio della Denominazione. L'appassimento delle uve è un processo di trasformazione fortemente identitario della Valpolicella, tramandato sin dall'epoca romana, di generazione in generazione, oggi strettamente interconnesso al tessuto sociale e culturale di questo territorio. In sinergia con Comitato promotore, lavora per il percorso di candidatura anche il Comitato scientifico, organo consultivo di esperti antropologi, enologi e giuristi con il compito di attivare l'articolato processo di studio, analisi e documentazione della tecnica di appassimento dell'uva della Valpolicella, necessario per la redazione del dossier di candidatura. La stesura di tale documento impone tempi lunghi, studi approfonditi e passa attraverso un processo di sensibilizzazione di dei cittadini. Il coinvolgimento della popolazione è parte fondamentale del percorso di candidatura e si esplica attraverso l'organizzazione di incontri pubblici dove la popolazione viene erudita sul percorso intrapreso e le attività necessarie a conseguire il riconoscimento UNESCO. Tali incontri vengono chiamati "call to action" e il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella ad oggi ne ha calendarizzati quattro: nella zona "Classica", nella zona "Valpantena", nella zona "DOC orientale" e una call to action finale nella città di Verona, la più vitata del Veneto con ben 1.300 ettari all'interno dei suoi confini. Il 21 ottobre 2022 nella zona "Valpantena" si è tenuta, con grande adesione di istituzioni, media, cittadinanza e filiera produttiva, la II° call to action. Il processo di riconoscimento della tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella a Patrimonio Immateriale dell'Umanità è però ancora lungo e in salita. Alla fine del 2022, con buona ragionevolezza potrebbe già essere pronta una prima bozza del dossier. Il Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella, oltre ad essere in prima linea sul fronte per la candidatura della tecnica della messa a riposo delle uve a patrimonio immateriale dell'umanità, è uno dei partner della campagna europea "That's Amore – European lifestyle: taste wonderfood", che ha l'obiettivo di promuovere e incentivare la diffusione e la conoscenza sul mercato italiano, tedesco e della Repubblica Ceca dei prodotti certificati e con alti standard qualitativi e di sicurezza alimentare oltre che fortemente rappresentativi del territorio di origine e produzione. Oltre ai vini tutelati dal Consorzio Valpolicella quali l'Amarone della Valpolicella DOCG, il Valpolicella DOC, il Valpolicella Ripasso DOC e al Recioto della Valpolicella DOCG, gli altri protagonisti della campagna sono alcuni dei fiori all'occhiello del made in Italy quali  il formaggio Asiago DOP, il Riso Nano Vialone Veronese IGP, l'Olio extra vergine di oliva Garda DOP, l'Olio extra vergine di oliva Tergeste DOP e l'Olio extra vergine di oliva Veneto DOP, tutte varietà tutelate dall'Associazione Produttori Olio Verona. Cenni storici sulla tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella La tecnica dell'appassimento in Valpolicella ha una storia antica come la vite: già nel 580 d.C., Cassiodoro, consigliere del re ostrogoto Teodorico, descrive in una lettera al re la tecnica di appassimento della Valpolicella, spiegandone le ritualità e le connessioni con la comunità. Si tratta di un elemento culturale che rispecchia la storia sociale, politica, economica, di questo territorio e ne manifesta la sua evoluzione. Quando nella seconda metà del 1200 i nuovi "sovrani" volevano ridimensionare questo territorio, la prima decisione fu quella di adottare uno "statuto" per vietare la tecnica di appassimento (ci si riferisce allo "statuto" del 1276 di Alberto della Scala). Un secolo dopo la tecnica venne ripristinata e da allora descritta da tutti i letterati rinascimentali non semplicemente come una tecnica vitivinicola ma come espressione di un profondo radicamento culturale e identitario. Il lento appassimento delle uve che, appena raccolte, sono poste sulle "arele" ovvero su dei graticci di canna di palude, rispecchiano, infatti, pienamente l'evoluzione culturale di questo territorio e delle sue genti e le sue vocazioni storiche. Le stesse "arele" erano anticamente utilizzate per l'allevamento dei bachi da seta e, con il venire meno di questa tradizione, furono "riciclate" per l'appassimento dell'uva. L'architettura rurale della Valpolicella rispecchia questa tradizione, con la costruzione dei cosiddetti "fruttai", i luoghi fisici in cui le "arele" sono poste, costruiti secondo la direzione dei venti e in posizioni tali da consentire un basso livello di umidità e una elevata ventilazione naturale. Questa tecnica si è evoluta nel tempo subendo anche gli effetti dei cambiamenti climatici come già rilevava il letterato Benedetto Del Bene nel 1791 nel suo studio "Sopra una nuova maniera di fare il vino" quando, descrivendo la tecnica e la sua connessione con la società della Valpolicella, sottolineava gli effetti climatici, e dei suoi mutamenti, sulla stessa tradizione. La tecnica dell'appassimento delle uve, lungi dall'essere solo uno strumento indispensabile per la produzione di un vino di qualità, rappresenta, da oltre 1500 anni, la comunità della Valpolicella tanto che vi è una totale identificazione tra tale tecnica e il territorio. Non è un caso che molte siano le leggende, le storie popolari, le ritualità, i modi di dire dialettali, le feste popolari come il Palio del Recioto che si svolge durante il periodo pasquale, che richiamano la tecnica dell'appassimento o si fondano su essa. Con questa consapevolezza, diversi anni fa è stato promosso il progetto di candidatura e sono stati avviati i lavori per la redazione del dossier: con il supporto della Regione Veneto, è stato istituito il Comitato promotore, composto dai soggetti maggiormente rappresentativi delle comunità di praticanti l'elemento, e ora avviamo il percorso per la patrimonializzazione dell'elemento. In questa logica, tutte le comunità promotrici hanno avvertito la necessità di costituire un comitato scientifico che supporti questo percorso, indirizzandolo e precisandolo, nonché aiutandolo nella interlocuzione con le istituzioni nazionali ed internazionali.

PRIMI RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SUL VALPOLICELLA SUPERIORE

PRIMI RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SUL VALPOLICELLA SUPERIORE

Con la vendemmia 2023 inizia l’ultimo anno di raccolta dati della ricerca scientifica sul Valpolicella Superiore condotta dal Consorzio Vini Valpolicella in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona.

Un progetto di ricerca ambizioso, meticoloso e approfondito quello che il Consorzio Vini Valpolicella, in collaborazione con l’Università di Verona sta portando avanti dal 2021 per tracciare quelle che potremmo definire le “linee guida” produttive del Valpolicella Superiore del futuro. Individuare la stilistica di maggior successo, analizzare l’offerta attuale presente sul mercato, offrire ai produttori delle basi scientifiche che li possano orientare nelle scelte produttive di domani, il tutto con l’obiettivo di produrre un Valpolicella Superiore capace non solo di parlare di terroir ma anche di intercettare tendenze e gusti che stanno guidando le preferenze dei consumatori in Italia e all’estero. Questi gli asset fondamentali da cui prende le mosse il progetto di ricerca condotto dal 2021 dal Consorzio Vini Valpolicella in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e che culminerà con l’ultima raccolta dati a partire dalla vendemmia in corso. Obiettivo: fornire un’indicazione, su base scientifica, di quelle che sono le stilistiche che trovano maggior consenso nel panorama commerciale odierno. “La ricerca messa in campo – racconta il Presidente del Consorzio Christian Marchesini - nasce dalla consapevolezza che la Valpolicella, oltre ai grandi vini strutturati come l’Amarone, che deriva da appassimento, e il Valpolicella Ripasso, prodotto da una tecnica rafforzativa unica al mondo, deve potere schierare sui mercati anche una referenza che parli in modo forte e chiaro di territorio, un vino che sia quindi il risultato di affinamenti anche importanti ma capaci di valorizzare al meglio il luogo di provenienza senza interferenze tecniche. Da qui la volontà di mettere la lente di ingrandimento sul Valpolicella Superiore, nella consapevolezza che questo possa essere un vino moderno, capace di giocare un ruolo da protagonista nel panorama commerciale odierno andando ad intercettare un segmento di consumatori che prediligono vino con gradi alcolici più leggeri e con una maggior bevibilità”. Due le direzioni entro cui si è mossa la ricerca condotta dal Prof. Maurizio Ugliano e dal suo team del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona: “Da un lato – racconta il prof. Ugliano – il Consorzio ha raccolto in molti siti, nel corso delle passate due vendemmie, campioni d’uva che sono stati vinificati in laboratorio realizzando blend di Corvina, Corvinone e Rondinella combinati insieme in modo diverso. I vini ottenuti sono stati analizzati a livello chimico e sensoriale per comprendere come composizione delle uve e tipo di blend, rispettivamente frutto delle caratteristiche dei differenti vigneti e delle scelte dell’enologo, vadano a caratterizzare il vino. La 2023 sarà l’ultima vendemmia di questo triennio di ricerca che chiuderà la raccolta dati e che ci consentirà nel 2025 di pubblicare i dati conclusivi di questo importante percorso.” Il progetto è parallelamente andato ad indagare il panorama commerciale del Valpolicella Superiore per capire se la direzione e lo scopo concettuale della ricerca fosse corretta. “Il Consorzio ha anche voluto studiare le stilistiche dei diversi Valpolicella Superiore presenti oggi sul mercato e a tal fine sono stati analizzati dall’Università 63 campioni di vini, per caratterizzarne in maniera dettagliata la composizione aromatica. In aggiunta però, questi sessantatré campioni sono stati anche affidati al sapiente assaggio di un panel di esperti internazionali composto da opinion leader, giornalisti, sommelier e degustatori convocati a febbraio 2023 al fine di verificare se esistessero degli stili più ricorrenti rispetto ad altri sia a livello alcolico che strutturale. Complessivamente, è stato possibile identificare alcuni composti aromatici caratteristici di differenti stili esistenti tra i produttori, il che consentirà in futuro di definire con maggior precisione l’importanza di variabili di vigneto e di cantina nell’interpretazione stilistica del Valpolicella Superiore.” Molto interessanti e indicativi i risultati raccolti e sistematizzati in quanto, dall’analisi emerge come dei quattro stili principali identificati - snello, leggero, strutturato e potente - gli stili leggero e snello siano quelli che hanno riscontrato un maggior gradimento. I risultati di questa parte di ricerca sono stati presentati ai produttori di Valpolicella Superiore nel corso di tre serate che si sono svolte nel mese di luglio 2023. “Il messaggio che è stato veicolato – racconta il Presidente Marchesini - è che da questa analisi dobbiamo e possiamo trarre preziose indicazioni per il futuro, per essere preparati di fronte a quella che appare essere una tendenza crescente non sono nel panorama nazionale ma anche internazionale. L’analisi condotta infatti ci dice che vini con un grado alcolico tra i 12,5 e i 13 gradi, con strutture inferiori a livello di estratto, in cui i sentori di appassimento emergono in misura minore e in cui la capacità di beva è di contro maggiore, riscontrano un maggior apprezzamento da parte del consumatore. Conclusione, questa, che, come ha rilevato il relatore delle serate il Wine Educator JC Viens, trova conferma anche a livello internazionale dove si regista in modo crescente che vini con questo tipo di stile stanno avendo un appeal sempre crescente.” Per la pubblicazione dei risultati conclusivi di questo imponente lavoro di ricerca il Consorzio Vini Valpolicella rimanda al 2025, anno in cui anche le campionature dell’ultima vendemmia ora in corso saranno analizzati e sistematizzati e consentiranno di avere un quadro esaustivo, con l’auspicio di fornire un prezioso bagaglio di dati messi a disposizione dei produttori per orientare al meglio le loro strategie produttive. Il Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella è uno dei partner della campagna europea “That’s Amore – European lifestyle: taste wonderfood”, che ha l’obiettivo di promuovere e incentivare la diffusione e la conoscenza sul mercato italiano, tedesco e della Repubblica Ceca dei prodotti certificati e con alti standard qualitativi e di sicurezza alimentare oltre che fortemente rappresentativi del territorio di origine e produzione. Oltre ai vini tutelati dal Consorzio Valpolicella quali l’Amarone della Valpolicella DOCG, il Valpolicella DOC, il Valpolicella Ripasso DOC e al Recioto della Valpolicella DOCG, gli altri protagonisti della campagna sono alcuni dei fiori all’occhiello del made in Italy quali il formaggio Asiago DOP, il Riso Nano Vialone Veronese IGP, l’Olio extra vergine di oliva Garda DOP, l’Olio extra vergine di oliva Tergeste DOP e l’Olio extra vergine di oliva Veneto DOP, tutte varietà tutelate dall’Associazione Produttori Olio Verona

PRIMI RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SUL VALPOLICELLA SUPERIORE

PRIMI RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SUL VALPOLICELLA SUPERIORE

Con la vendemmia 2023 inizia l’ultimo anno di raccolta dati della ricerca scientifica sul Valpolicella Superiore condotta dal Consorzio Vini Valpolicella in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona.

Un progetto di ricerca ambizioso, meticoloso e approfondito quello che il Consorzio Vini Valpolicella, in collaborazione con l’Università di Verona sta portando avanti dal 2021 per tracciare quelle che potremmo definire le “linee guida” produttive del Valpolicella Superiore del futuro. Individuare la stilistica di maggior successo, analizzare l’offerta attuale presente sul mercato, offrire ai produttori delle basi scientifiche che li possano orientare nelle scelte produttive di domani, il tutto con l’obiettivo di produrre un Valpolicella Superiore capace non solo di parlare di terroir ma anche di intercettare tendenze e gusti che stanno guidando le preferenze dei consumatori in Italia e all’estero. Questi gli asset fondamentali da cui prende le mosse il progetto di ricerca condotto dal 2021 dal Consorzio Vini Valpolicella in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e che culminerà con l’ultima raccolta dati a partire dalla vendemmia in corso. Obiettivo: fornire un’indicazione, su base scientifica, di quelle che sono le stilistiche che trovano maggior consenso nel panorama commerciale odierno. “La ricerca messa in campo – racconta il Presidente del Consorzio Christian Marchesini - nasce dalla consapevolezza che la Valpolicella, oltre ai grandi vini strutturati come l’Amarone, che deriva da appassimento, e il Valpolicella Ripasso, prodotto da una tecnica rafforzativa unica al mondo, deve potere schierare sui mercati anche una referenza che parli in modo forte e chiaro di territorio, un vino che sia quindi il risultato di affinamenti anche importanti ma capaci di valorizzare al meglio il luogo di provenienza senza interferenze tecniche. Da qui la volontà di mettere la lente di ingrandimento sul Valpolicella Superiore, nella consapevolezza che questo possa essere un vino moderno, capace di giocare un ruolo da protagonista nel panorama commerciale odierno andando ad intercettare un segmento di consumatori che prediligono vino con gradi alcolici più leggeri e con una maggior bevibilità”. Due le direzioni entro cui si è mossa la ricerca condotta dal Prof. Maurizio Ugliano e dal suo team del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona: “Da un lato – racconta il prof. Ugliano – il Consorzio ha raccolto in molti siti, nel corso delle passate due vendemmie, campioni d’uva che sono stati vinificati in laboratorio realizzando blend di Corvina, Corvinone e Rondinella combinati insieme in modo diverso. I vini ottenuti sono stati analizzati a livello chimico e sensoriale per comprendere come composizione delle uve e tipo di blend, rispettivamente frutto delle caratteristiche dei differenti vigneti e delle scelte dell’enologo, vadano a caratterizzare il vino. La 2023 sarà l’ultima vendemmia di questo triennio di ricerca che chiuderà la raccolta dati e che ci consentirà nel 2025 di pubblicare i dati conclusivi di questo importante percorso.” Il progetto è parallelamente andato ad indagare il panorama commerciale del Valpolicella Superiore per capire se la direzione e lo scopo concettuale della ricerca fosse corretta. “Il Consorzio ha anche voluto studiare le stilistiche dei diversi Valpolicella Superiore presenti oggi sul mercato e a tal fine sono stati analizzati dall’Università 63 campioni di vini, per caratterizzarne in maniera dettagliata la composizione aromatica. In aggiunta però, questi sessantatré campioni sono stati anche affidati al sapiente assaggio di un panel di esperti internazionali composto da opinion leader, giornalisti, sommelier e degustatori convocati a febbraio 2023 al fine di verificare se esistessero degli stili più ricorrenti rispetto ad altri sia a livello alcolico che strutturale. Complessivamente, è stato possibile identificare alcuni composti aromatici caratteristici di differenti stili esistenti tra i produttori, il che consentirà in futuro di definire con maggior precisione l’importanza di variabili di vigneto e di cantina nell’interpretazione stilistica del Valpolicella Superiore.” Molto interessanti e indicativi i risultati raccolti e sistematizzati in quanto, dall’analisi emerge come dei quattro stili principali identificati - snello, leggero, strutturato e potente - gli stili leggero e snello siano quelli che hanno riscontrato un maggior gradimento. I risultati di questa parte di ricerca sono stati presentati ai produttori di Valpolicella Superiore nel corso di tre serate che si sono svolte nel mese di luglio 2023. “Il messaggio che è stato veicolato – racconta il Presidente Marchesini - è che da questa analisi dobbiamo e possiamo trarre preziose indicazioni per il futuro, per essere preparati di fronte a quella che appare essere una tendenza crescente non sono nel panorama nazionale ma anche internazionale. L’analisi condotta infatti ci dice che vini con un grado alcolico tra i 12,5 e i 13 gradi, con strutture inferiori a livello di estratto, in cui i sentori di appassimento emergono in misura minore e in cui la capacità di beva è di contro maggiore, riscontrano un maggior apprezzamento da parte del consumatore. Conclusione, questa, che, come ha rilevato il relatore delle serate il Wine Educator JC Viens, trova conferma anche a livello internazionale dove si regista in modo crescente che vini con questo tipo di stile stanno avendo un appeal sempre crescente.” Per la pubblicazione dei risultati conclusivi di questo imponente lavoro di ricerca il Consorzio Vini Valpolicella rimanda al 2025, anno in cui anche le campionature dell’ultima vendemmia ora in corso saranno analizzati e sistematizzati e consentiranno di avere un quadro esaustivo, con l’auspicio di fornire un prezioso bagaglio di dati messi a disposizione dei produttori per orientare al meglio le loro strategie produttive. Il Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella è uno dei partner della campagna europea “That’s Amore – European lifestyle: taste wonderfood”, che ha l’obiettivo di promuovere e incentivare la diffusione e la conoscenza sul mercato italiano, tedesco e della Repubblica Ceca dei prodotti certificati e con alti standard qualitativi e di sicurezza alimentare oltre che fortemente rappresentativi del territorio di origine e produzione. Oltre ai vini tutelati dal Consorzio Valpolicella quali l’Amarone della Valpolicella DOCG, il Valpolicella DOC, il Valpolicella Ripasso DOC e al Recioto della Valpolicella DOCG, gli altri protagonisti della campagna sono alcuni dei fiori all’occhiello del made in Italy quali il formaggio Asiago DOP, il Riso Nano Vialone Veronese IGP, l’Olio extra vergine di oliva Garda DOP, l’Olio extra vergine di oliva Tergeste DOP e l’Olio extra vergine di oliva Veneto DOP, tutte varietà tutelate dall’Associazione Produttori Olio Verona

42° PREMIO MASI: cerimonia alla Pieve di San Giorgio di Valpolicella

42° PREMIO MASI: cerimonia alla Pieve di San Giorgio di Valpolicella

Premiati alla Pieve di San Giorgio in Valpolicella gli interpreti del tema “Radici e Prospettive” approfondito nel corso del 42° Premio Masi: il Premio Masi Civiltà Veneta al lessicografo Mario Cannella, al “Nobel dell’acqua” Andrea Rinaldo e a Stevanato Group, storica azienda veneziana produttrice leader di contenitori di vetro per medicinali; il Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino agli autori di manga giapponesi Yuko e Shin Kibayashi; il Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano alla regista iraniana Rakhshan Banietemad.

Dopo la firma della storica botte di Amarone nelle cantine Masi i vincitori del premio, accompagnati dalla Presidente di Fondazione Isabella Bossi Fedrigotti, dal Vicepresidente Sandro Boscaini e dal Segretario Marco Vigevani, si sono recati nel borgo di San Giorgio per la cerimonia ufficiale nell’omonima pieve romano-barbarica (VII sec.) che domina un paesaggio fatto di vigne terrazzate fino al Lago di Garda. In questa splendida cornice architettonica si è svolto l’interessante dibattito, trasmesso anche in streaming, moderato dal giornalista di Radio 24 Alessandro Milan, che ha guidato i premiati in una conversazione su argomenti di estrema attualità, tra cui le cause dei conflitti globali, i diritti civili delle donne, le guerre in corso, fino alle fondamentali questioni legate all’accesso all’acqua e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ma anche la salute, il post pandemia e la necessaria prevenzione. Infine i mutamenti che negli ultimi anni hanno reso fondamentale una revisione prospettica in vari ambiti, compreso il linguaggio. Temi che sono stati perfettamente rappresentati dai premiati di questa quarantaduesima edizione. A fare gli onori di casa Sandro Boscaini, che ha ricordato: “Quest’anno il premio ha una forte matrice internazionale: siamo andati fino in Persia e in Giappone per trovare dei premiati d’eccellenza e, per il Premio Civiltà Veneta, abbiamo dei veri ‘campioni di legame con le radici’, che hanno al contempo saputo portare la propria opera nel mondo”. Sono seguiti i saluti istituzionali del Sindaco di Verona Damiano Tommasi, presente alla cerimonia: “E’ un onore essere qui a rappresentare la città, valorizzata dalle eccellenze presenti oggi. Il tema di quest’anno mi ha fatto riflettere sull’importanza delle nostre radici e del coraggio di creare prospettive future”. È intervenuto anche Roberto Zorzi, Sindaco di Sant’Ambrogio di Valpolicella: “Da anni il Premio Masi convoglia nella nostra splendida Pieve personalità di prestigio internazionale, che hanno dimostrato competenze encomiabili. È anche grazie al contributo della Fondazione e della cantina Masi che il nostro territorio è oggi riconosciuto in tutto il mondo”. Anche il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ha voluto sottolineare il valore culturale del Premio con un messaggio di saluto alla Presidenza della Fondazione: “Il Premio, che quest’anno ha come tema conduttore “Radici e prospettive”, dimostra la lungimiranza con cui Masi e la famiglia Boscaini hanno saputo credere in questo progetto di valorizzazione culturale. La cultura e l’impresa non sono, infatti, due mondi così lontani e separati, anzi si compenetrano e si arricchiscono a vicenda, creando una forte connessione che consente di far crescere un territorio che si distingue anche per una “cultura d’impresa” fatta di valori, di eccellenze, di amore per la terra e per ciò che produce con il duro lavoro, il vino. È, quindi, importante il legame che abbiamo con le nostre radici, perché definiscono una comunità e la sua identità, che rimane tale anche nel tempo e pone solide basi per il futuro”. I saluti istituzionali sono stati chiusi da Isabella Bossi Fedrigotti che ha ribadito come: “Dire ‘Radici e Prospettive’ equivale a dire ‘Tradizione e Innovazione’. Sono termini in contraddizione, ma è proprio questa che ci permette di crescere. Lo sa bene il Gruppo Masi, perché è nel suo Dna, e anche i nostri premiati rispondono bene a questo binomio”. Alessandro Milan ha aperto il dibattito presentando al pubblico tutti i premiati di questa edizione, elogiandoli come personalità “profondamente attuali”. Dalla regista iraniana Rakhshan Banietemad una dedica speciale per il riconoscimento: “Ringrazio il consiglio di Fondazione e i giurati. Sono onorata di ricevere il Premio Masi per la mia opera omnia di regista. Questo premio appartiene a coloro, in primis donne, la cui vita è stata fonte d’ispirazione per le mie opere. Affiderò questo premio al Museo del Cinema iraniano, in onore e in memoria del maestro del cinema iraniano Dariush Mehrjui, violentemente ucciso proprio pochi giorni fa”. Andrea Rinaldo ha condiviso con la platea una preziosa riflessione sull’acqua, uno degli argomenti fondamentali del presente e del futuro: “Una risorsa che è strutturalmente contesa: le cosiddette ‘guerre dell’acqua’ hanno accompagnato tutta la nostra storia. Ed è tuttora al centro di conflitti in quanto risorsa primaria. Se pensiamo alla Mezzaluna Fertile, che è stata l’origine della trasformazione dell’uomo, da cui sono nate città e religioni, possiamo affermare che quello dell’acqua è davvero un tema che concerne le radici e le prospettive. È necessario generare una coscienza collettiva e operare un reale adattamento alla nuova situazione imposta dal cambiamento climatico”. Anche Franco Stevanato ha espresso la sua riflessione sul tema, sintetizzando i principi che hanno guidato il successo dell’azienda di famiglia: “cuore e testa nelle radici, grande curiosità e fame di ulteriore crescita”. Nell’intervento guidato da Milan l’imprenditore ha raccontato l’impegno con cui il Gruppo, presente in tutto il mondo, supporta un settore fondamentale per la società come quello farmaceutico, con l’obiettivo di un costante miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Stimolato dalle domande del moderatore, Mario Cannella ha sottolineato il ricco patrimonio linguistico italiano con illustri figure a partire da Dante, Petrarca e Boccaccio e come quello del lessicografo sia un mestiere di frontiera, che negli ultimi vent’anni ha visto una profonda evoluzione della lingua. “Osservando con distacco, si può capire quando un termine si sta imponendo nella società e può entrare a tutti gli effetti nei dizionari. Come si dice, ‘tutto scorre’, e così anche la lingua italiana. In questo scenario in continuo mutamento è fondamentale proseguire nel lavoro di ricerca per mantenere il valore del vocabolario”. Nel contesto dei nuovi linguaggi, il talk ha ripercorso con la doppia voce degli autori Yuko e Shin Kibayashi, la genesi del manga “Le gocce di Dio”, oggetto di un successo strepitoso, con milioni di copie vendute in tutto il mondo, nato dalla loro passione per il vino e dalla volontà di raccontare attraverso le immagini le impressioni vissute nella degustazione. “Il linguaggio del vino così può diventare un linguaggio comune, mondiale. Quando abbiamo pensato al titolo non immaginavamo un tale successo internazionale per il nostro progetto che, dopo la serie tv, proseguirà con delle novità”. A chiusura del dibattito Milan ha chiesto ai premiati di sintetizzare il concetto di “Prospettive”: per Rakhshan Banietemad “la speranza e non perdere la speranza”; per i fratelli Kibayashi “assistere all’affermazione del neo-nato vino giapponese nel mondo”; per Mario Cannella “proseguire con il lavoro e vedere come si evolve la lingua”; per Franco Stevanato “ambizione, opportunità e capacità di crescere”. Infine, Andrea Rinaldo ha spiegato come lui veda prospettive eterogenee, ad esempio la siccità colpisce in modo difforme i diversi territori. La cerimonia è proseguita con la consegna dei Premi. Si sono poi aggiunti due riconoscimenti speciali della famiglia Boscaini consegnati dal Prefetto di Verona Demetrio Martino. A riceverli due collaboratori che nel tempo hanno contribuito al successo dei vini delle Venezie nel mondo.

42° PREMIO MASI: cerimonia alla Pieve di San Giorgio di Valpolicella

42° PREMIO MASI: cerimonia alla Pieve di San Giorgio di Valpolicella

Premiati alla Pieve di San Giorgio in Valpolicella gli interpreti del tema “Radici e Prospettive” approfondito nel corso del 42° Premio Masi: il Premio Masi Civiltà Veneta al lessicografo Mario Cannella, al “Nobel dell’acqua” Andrea Rinaldo e a Stevanato Group, storica azienda veneziana produttrice leader di contenitori di vetro per medicinali; il Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino agli autori di manga giapponesi Yuko e Shin Kibayashi; il Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano alla regista iraniana Rakhshan Banietemad.

Dopo la firma della storica botte di Amarone nelle cantine Masi i vincitori del premio, accompagnati dalla Presidente di Fondazione Isabella Bossi Fedrigotti, dal Vicepresidente Sandro Boscaini e dal Segretario Marco Vigevani, si sono recati nel borgo di San Giorgio per la cerimonia ufficiale nell’omonima pieve romano-barbarica (VII sec.) che domina un paesaggio fatto di vigne terrazzate fino al Lago di Garda. In questa splendida cornice architettonica si è svolto l’interessante dibattito, trasmesso anche in streaming, moderato dal giornalista di Radio 24 Alessandro Milan, che ha guidato i premiati in una conversazione su argomenti di estrema attualità, tra cui le cause dei conflitti globali, i diritti civili delle donne, le guerre in corso, fino alle fondamentali questioni legate all’accesso all’acqua e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ma anche la salute, il post pandemia e la necessaria prevenzione. Infine i mutamenti che negli ultimi anni hanno reso fondamentale una revisione prospettica in vari ambiti, compreso il linguaggio. Temi che sono stati perfettamente rappresentati dai premiati di questa quarantaduesima edizione. A fare gli onori di casa Sandro Boscaini, che ha ricordato: “Quest’anno il premio ha una forte matrice internazionale: siamo andati fino in Persia e in Giappone per trovare dei premiati d’eccellenza e, per il Premio Civiltà Veneta, abbiamo dei veri ‘campioni di legame con le radici’, che hanno al contempo saputo portare la propria opera nel mondo”. Sono seguiti i saluti istituzionali del Sindaco di Verona Damiano Tommasi, presente alla cerimonia: “E’ un onore essere qui a rappresentare la città, valorizzata dalle eccellenze presenti oggi. Il tema di quest’anno mi ha fatto riflettere sull’importanza delle nostre radici e del coraggio di creare prospettive future”. È intervenuto anche Roberto Zorzi, Sindaco di Sant’Ambrogio di Valpolicella: “Da anni il Premio Masi convoglia nella nostra splendida Pieve personalità di prestigio internazionale, che hanno dimostrato competenze encomiabili. È anche grazie al contributo della Fondazione e della cantina Masi che il nostro territorio è oggi riconosciuto in tutto il mondo”. Anche il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ha voluto sottolineare il valore culturale del Premio con un messaggio di saluto alla Presidenza della Fondazione: “Il Premio, che quest’anno ha come tema conduttore “Radici e prospettive”, dimostra la lungimiranza con cui Masi e la famiglia Boscaini hanno saputo credere in questo progetto di valorizzazione culturale. La cultura e l’impresa non sono, infatti, due mondi così lontani e separati, anzi si compenetrano e si arricchiscono a vicenda, creando una forte connessione che consente di far crescere un territorio che si distingue anche per una “cultura d’impresa” fatta di valori, di eccellenze, di amore per la terra e per ciò che produce con il duro lavoro, il vino. È, quindi, importante il legame che abbiamo con le nostre radici, perché definiscono una comunità e la sua identità, che rimane tale anche nel tempo e pone solide basi per il futuro”. I saluti istituzionali sono stati chiusi da Isabella Bossi Fedrigotti che ha ribadito come: “Dire ‘Radici e Prospettive’ equivale a dire ‘Tradizione e Innovazione’. Sono termini in contraddizione, ma è proprio questa che ci permette di crescere. Lo sa bene il Gruppo Masi, perché è nel suo Dna, e anche i nostri premiati rispondono bene a questo binomio”. Alessandro Milan ha aperto il dibattito presentando al pubblico tutti i premiati di questa edizione, elogiandoli come personalità “profondamente attuali”. Dalla regista iraniana Rakhshan Banietemad una dedica speciale per il riconoscimento: “Ringrazio il consiglio di Fondazione e i giurati. Sono onorata di ricevere il Premio Masi per la mia opera omnia di regista. Questo premio appartiene a coloro, in primis donne, la cui vita è stata fonte d’ispirazione per le mie opere. Affiderò questo premio al Museo del Cinema iraniano, in onore e in memoria del maestro del cinema iraniano Dariush Mehrjui, violentemente ucciso proprio pochi giorni fa”. Andrea Rinaldo ha condiviso con la platea una preziosa riflessione sull’acqua, uno degli argomenti fondamentali del presente e del futuro: “Una risorsa che è strutturalmente contesa: le cosiddette ‘guerre dell’acqua’ hanno accompagnato tutta la nostra storia. Ed è tuttora al centro di conflitti in quanto risorsa primaria. Se pensiamo alla Mezzaluna Fertile, che è stata l’origine della trasformazione dell’uomo, da cui sono nate città e religioni, possiamo affermare che quello dell’acqua è davvero un tema che concerne le radici e le prospettive. È necessario generare una coscienza collettiva e operare un reale adattamento alla nuova situazione imposta dal cambiamento climatico”. Anche Franco Stevanato ha espresso la sua riflessione sul tema, sintetizzando i principi che hanno guidato il successo dell’azienda di famiglia: “cuore e testa nelle radici, grande curiosità e fame di ulteriore crescita”. Nell’intervento guidato da Milan l’imprenditore ha raccontato l’impegno con cui il Gruppo, presente in tutto il mondo, supporta un settore fondamentale per la società come quello farmaceutico, con l’obiettivo di un costante miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Stimolato dalle domande del moderatore, Mario Cannella ha sottolineato il ricco patrimonio linguistico italiano con illustri figure a partire da Dante, Petrarca e Boccaccio e come quello del lessicografo sia un mestiere di frontiera, che negli ultimi vent’anni ha visto una profonda evoluzione della lingua. “Osservando con distacco, si può capire quando un termine si sta imponendo nella società e può entrare a tutti gli effetti nei dizionari. Come si dice, ‘tutto scorre’, e così anche la lingua italiana. In questo scenario in continuo mutamento è fondamentale proseguire nel lavoro di ricerca per mantenere il valore del vocabolario”. Nel contesto dei nuovi linguaggi, il talk ha ripercorso con la doppia voce degli autori Yuko e Shin Kibayashi, la genesi del manga “Le gocce di Dio”, oggetto di un successo strepitoso, con milioni di copie vendute in tutto il mondo, nato dalla loro passione per il vino e dalla volontà di raccontare attraverso le immagini le impressioni vissute nella degustazione. “Il linguaggio del vino così può diventare un linguaggio comune, mondiale. Quando abbiamo pensato al titolo non immaginavamo un tale successo internazionale per il nostro progetto che, dopo la serie tv, proseguirà con delle novità”. A chiusura del dibattito Milan ha chiesto ai premiati di sintetizzare il concetto di “Prospettive”: per Rakhshan Banietemad “la speranza e non perdere la speranza”; per i fratelli Kibayashi “assistere all’affermazione del neo-nato vino giapponese nel mondo”; per Mario Cannella “proseguire con il lavoro e vedere come si evolve la lingua”; per Franco Stevanato “ambizione, opportunità e capacità di crescere”. Infine, Andrea Rinaldo ha spiegato come lui veda prospettive eterogenee, ad esempio la siccità colpisce in modo difforme i diversi territori. La cerimonia è proseguita con la consegna dei Premi. Si sono poi aggiunti due riconoscimenti speciali della famiglia Boscaini consegnati dal Prefetto di Verona Demetrio Martino. A riceverli due collaboratori che nel tempo hanno contribuito al successo dei vini delle Venezie nel mondo.