Merlara Green Vision
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A concludere "Merlara Green Vision", il lungo percorso durato più di un anno e mezzo che ha visto la DOC di Merlara impegnata a tutto tondo sui temi della biodiversità funzionale e salubrità del territorio vitivinicolo di Merlara, è stato il convegno di studi e resoconto finale che si è svolto nell'ex Monastero di San Salvano - Museo delle antiche Vie, un quel della cittadina di Urbana nella provincia sud di Padova, proprio sul limitare dei confini con la provincia di Verona.

Un progetto, Merlara Green Vision, nato grazie alla partecipazione ad un bando indetto dal GAL Patavino (Gruppo di azione locale), uno strumento promosso dall'UE per sviluppare piani e programmi di interventi al miglioramento socio - economico delle comunità rurali.

Da qui il progetto sperimentale che ha coinvolto protagonisti di diverse realtà come raccontato durante il convegno gli esecutori del progetto che hanno anche illustrato tutto il lavoro svoltoma soprattutto i risultati ottenuti e quali saranno le opportunità future da poter cogliere.

Il convegno è stato moderato da Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di Tutela Vini Merlara DOC che ha affidato l'apertura all'intervento di Collis Group che rappresenta gli oltre 2400 viticoltori che curano i poco meno di 800 ettari su cui insiste la DOC Merlara.

A far da portavoce, Mirko Trevisi, responsabile agronomico di Collis, che ha presentato un breve riepilogo dell’annata trascorsa, spiegando quali sono state le condizioni climatiche e la loro influenza sulla produzione da un maggio molto freddo, alle piogge torrenziali fino alla grandinata del 13 luglio. E' seguita una comparazione fra i diversi anni, constatando che l’andamento del 2019 è stato simile a quello del 2013. Non si esclude dunque che anche per questa vendemmia la produzione sia tardiva, ma non senza altri problemi.

Sempre per il Gruppo Collis, l'esperto agronomico Mattia Zorzan, ha successivamente sottolineato il supporto di Collis nelle attività di coordinamento e interconnessione con le realtà locali e la fornitura delle attrezzature tecniche utili alla realizzazione del progetto. Ricordando che le difficoltà riscontrate sono state principalmente due: la gestione degli insetti, si presentano sempre nuove specie, e le limitazioni dei fitosanitari che hanno comunque superato l'obiettivo di incentivarne la migliore gestione.

Per il progetto è stato preso come campione un ettaro di terreno che è stato diviso in tre fasce differenti, una neutra, una dove è stato applicato un sovescio autunnale e un sovescio primaverile. Intendendo con il termine sovescio quella pratica agraria che consiste nel concimare un terreno sotterrandovi piante o parti di esse allo stato fresco.

L’obiettivo del sovescio è stato quello di incrementare la biodiversità funzionale, inserendo delle piante nettarifere (che producono polline) tra gli interfilari, queste piante hanno la funzione di incrementare la biodiversità richiamando una maggiore quantità di insetti in questi terreni.

Laura Guidolin del dipartimento di biologia dell’università di Padova, con il suo gruppo di ricerca, non solo ha sposato il progetto, ma ha fornito esperienza e studi accademici , collaborando con WBA onlus e WBA project, le altre due realtà di settore impegnate nella ricerca scaturita dal Green Vision. Un percorso caratterizzato da approcci innovativi alle problematiche del territorio: l’indirizzo di studio verso la viticoltura di pianura con l’intuizione di considerare tutto l’ecosistema e non una singola vigna. Non ultimo , il fatto che si è iniziato a misurare la biodiversità e di confrontarla con la sostenibilità del territorio e di chi lo utilizza.

Un altro obiettivo del progetto era quello di sensibilizzare i viticoltori verso un turismo rurale sostenibile e a illustrare l'efficacia di tale visione anche per la DOC Merlara è stata Chiara Maria Mattiello, del Consorzio di Soave e studiosa già nota per aver contribuito nella stesura della documentazione che ha valso alla zona del Soave il riconoscimento FAO – GIHAS per essere un area particolarmente ricca in biodiversità, frutto dal co-adattamento di una comunità antropica con l’ambiente circostante per dare vita a paesaggi di particolare interesse estetico e storico-culturale, grazie alla continuità di tecniche agricole tradizionali.

"I fiori delle piante nettarifere nei periodi di fioritura offrono spettacoli mozzafiato- ha evidenziato la Mattiello - e partendo proprio da questa risorsa del tutto naturale, queste terre devono cavalcare l’onda delle attuali forme di turismo orientate in tal senso, proponendo oltre agli itinerari guidati per le vigne e le cantine e le degustazioni anche laboratori inerenti alla biodiversità, facendo conoscere l’importanza fondamentale che ogni microorganismo che opera in queste terre può e sa offrire.

Un progetto, Merlara Green Vision, nato grazie alla partecipazione ad un bando indetto dal GAL Patavino (Gruppo di azione locale), uno strumento promosso dall'UE per sviluppare piani e programmi di interventi al miglioramento socio - economico delle comunità rurali.
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