L' architetto fiorentino Marco Casamonti , ha ricevuto ieri 8 febbraio, presso la sede de Il Sole 24 Ore, il primo premio “Architettura” della quarta edizione dell’US Award 2011 per il progetto della Cantina del Chianti Classico di Marchesi Antinori.

La qualificatissima giuria ha assegnato il premi in base ai criteri di qualità e innovazione.

L' archittettura mondiale si sta interrogando da tempo su un aspetto chiave per disegnare il futuro del vino: la progettazione delle cantina.

Creazione di condizioni micro-climatiche per permettere una corretta vinificazione, efficienza e sicurezza del lavoro, ottimizzazione dei consumi di energia, osservanza di regolamenti igenici, armonia con l'ambiente: queste solo alcune delle motivazioni della centralità della cantina per determinare la qualità del vino, i costi di produzione, simbiosi con l'ambiente.

Sono tutti obiettivi primari e per raggiungerli sono necessarie sempre soluzioni sostenibili e innovative che possano essere in armonia con la tradizione vinicola.

Frank Gehry, Santiago Calatrava, Hall Winery sono solo alcuni nomi di big internazionali dell'architettura che hanno realizzato cantine visionarie.

L'Italia non è da meno: Mario Botta, Alberto Cecchetto, Renzo Piano si sono messi alla prova in questo campo.

Il denominatore comune di tutti i progetti e la reale sfida per il futuro delle cantine è creare l'ambiente ideale per il processo produttivo e alchemico; integrazione con il paesaggio naturale mettendo al centro sostenibilità ambientale, risparmio energetico.

Proprio su questi assi si basa la motivazione del premio ricevuto da Casamonti che l'ha spuntata tra i 130 progetti partecipanti.


Lasciamo la parola alle motivazioni ufficiali della giuria:

“Un'architettura di forte impatto estetico che rispetta l'ambiente
in cui è inserita, fino al punto di mimetizzarsi; un interessante connubio di approccio sostenibile e attenzione al territorio, che sfrutta la morfologia del paesaggio del Chianti facendone il proprio principale punto di forza.”


La cantina infatti si incastona nella collina con un'armonia unica, una sorta di architettura invisibile:
la struttura di sviluppa su cinque piani interrati lasciando trasparire due tagli sulla collina mimetizzati tra i vigneti. Ovviamente i materiali di costruzione si reperiscono in loco, l'edificio è energeticamente e economicamente sostenibile.

Lo sfruttare la morfologia del paesaggio collinare-vinicolo rappresenta un efficace emblema della simbiosi tra natura arcaica e la produttività contemporanea.

A fine anno sarà pronto questo gioiello e la famiglia Antinori, dopo ventisei anni di attività, potrà continuare a far crescere, giorno per giorno,  l'eccellenza e qualità del suo vino con l'amore e la bellezza, dalla vite alla bottiglia, sul solco della tradizione millenaria che Marchesi Antinori consente di tracciare.

 

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09/02/2012
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